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Nel Cinquecento l'isola d'Ischia ebbe una grande notorietà grazie allo studioso calabrese Giulio Iasolino, che nel suo "De rimedi naturali..." descrive le acque minerali ed i luoghi più importanti dell'antica Pithecusa, indicandoli al cartografo romano Mario Cartaro che disegnò l'isola in maniera così dettagliata e precisa da essere considerata, anche per la qualità della grafica, un classico nella storia della cartografia. Sicuramente, i vari Ornelio, Jansonio, Blaeu, Mortier, Covens, Magini, Coronelli e Vari Der Aa consultarono la carta per illustrare l'isola nei loro atlanti. Non credo che ci sia un'isola minore del Mediterraneo che abbia avuto tanta fortuna presso i maggiori cartografi del Seicento e del Settecento.
Stranamente, Iasolino, che pur stette nell'isola oltre trent'anni, non accennò mai nella sua opera al vestimenti degli "Ischioti", che invece avevano già interessato altri studiosi dell'epoca. E', infatti, della metà del Cinquecento la più antica stampa di un costume d'Ischia ed è opera di Jost Amman (1539-81), che pubblicò in Germania nel 1577 il suo "Trachtcnbuch...", in cui è presente il costume di "Foemina ex insula Ischia". Questo vestito è ricco e sfarzoso; il che fa pensare che sia quello usato dai personaggi importanti del luogo nel giorni di festa. Consta di varie parti: il capo è adorno di un grandissimo fazzoletto che cade in gran parte lungo la schiena della donna, i margini sono ricamati, come pure il grembiule cinto sul davanti e la grande mantella che copre tutta la figura, il vestito è sobrio e solo intorno al collo è adorno di una leggera merlettatura. La donna è a piedi nudi.
Coeva di questa stampa è una xilografia di "Donna d'Ischia" che compare nel trattato "Degli habiti..." di Cesare Vecellio (1521-1601). Anche questo costume è molto ricco. In più la donna tiene nelle mani la "conocchia" e il fuso, strumenti che servono per lavorare la canapa, tessuto usato dalle donne dell'Isola. Calza ai piedi curiosi ed enormi zoccoli.
Donne in costume sono raffigurate anche su una tavola del 1581, conservata nella sagrestia della Chiesa del Soccorso a Forio. La scena rappresenta quattro donne in costume foriano con accanto la seguente iscrizione: "Quanno si fece questo S. Antonio a quello tempo forno maestre Autinia Sorentina, Giulia Polita, Minicella Morera e Laura Viva, n. 1581". Ben poco, però, si riesce a vedere degli ornamenti dei personaggi.
Mezzatorre Resort & Spa Near Forio d’Ischia, perched atop the cliffs in the midst of a thick pine grove of seven hectares, in one of the most enchanting and still unspoiled corners of Mediterranean maquis ...
Arroccati intorno ad antichi crateri, nella parte più alta, si trovano vigorosi boschi di castagno e di acacia; nelle zone scoscese e lungo i pendii si innalzano querce secolari contornate spesso da lecci ... (Caratteristiche ambientali di Ischia)